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Tamara Cinganotto e Cristian Voltarel. |
Galleria del Lagazuoi. | ||
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Difficoltà: | facile. |
Punto di Partenza: | Passo Falzarego | |
Dislivello: | ??? mt | |
Tempo: | 3 h 30 min. comprese soste | |
Note: | Obbligo torcia e caschetto |
12.45 |
Abbiamo parcheggiato la
macchina al passo Falzarego, mentre ci prepariamo diamo un’occhiata da
dove parte la cabinovia che ci porta al Rifugio Farzarego. Il cielo è
nuvoloso con qualche gocciolina di pioggia e la temperatura è intorno ai
16°C. |
13.00 |
Facciamo il biglietto
7,50 Euro a testa per la sola salita e attendiamo qualche minuto per
imbarcarci nella cabinovia. Un giro ogni 10-15 min. tra le 9.00 e le 17.00 |
13.15 |
Arriviamo finalmente al
rifugio dove ha inizio il sentiero che porta a percorrere le gallerie del
Piccolo Lagazuoi. Da qui si diramano altri sentieri ma noi scegliamo
l’indicazione per la galleria. La temperatura ora scende a 7°C. |
13.30 |
Appena voltati
l’angolo incomincia il sentiero attrezzato molto bene con corda
metallica perfettamente integra, scendiamo di qualche decina di metri e
incontriamo subito delle trincee con qualche rudere della 1^ Guerra
Mondiale. |
13.40 |
Proseguiamo con molta
calma anche per goderci il panorama e per meditare su come si svolgeva una
giornata tipica dei soldati tra queste trincee. |
13.45 |
Arriviamo finalmente
all’ingresso della galleria dove dobbiamo aspettare qualche minuto per
entrare in quanto ci sono altri visitatori che stanno per entrare. Nel
frattempo leggiamo le esaurienti informazioni su appositi cartelli,
dislocate sull’intero percorso. In particolare, una, ci avvisa di prepararci con elmetto e torcia elettrica. |
14.20 |
Siamo all’incirca a
metà percorso. La galleria è abbastanza ripida, si scende comunque
sempre aggrappati alla fune metallica e aiutati dai gradini scavati sulla
roccia. All’interno è molto umido e in alcuni punti mancano i gradini
così da camminare direttamente sulla roccia che bagnata dall’umidità
la rende scivolosa. La galleria presenta delle aperture per far passare
l’aria e un po’ di luce ma queste sono rade così da costringere
veramente ad avere una torcia elettrica, in più in alcuni punti la
galleria è abbastanza bassa da dover obbligare l’uso del caschetto.
Considerando tutte queste particolarità, la cosa migliore è avere un
caschetto come il nostro, cioè con la lampada incorporata in modo da
avere sempre le mani libere in caso di scivolamento. |
14.40 |
Siamo quasi alla fine
della galleria, lungo tutto il percorso ci si può fermare a leggere le
tante descrizioni poste sui cartelli indicatori, in alcuni casi si possono
vedere alcune “stanze” allestite con fucili, bombe a mano, stufe, etc.
a far capire come poteva essere la vita tra questi cunicoli, inoltre, c’è
la possibilità di avere una narrazione elettronica in più lingue
premendo il tasto corrispondente. |
14.45 |
Eccoci finalmente alla
fine della galleria ma non alla fine del sentiero. Da qui si può
proseguire per la Cengia Martini, oppure scendere a valle. Ci fermiamo per
mangiare. Il tempo è sempre nuvoloso con qualche goccia ogni tanto, la
temperatura è intorno ai 13°C. |
14:55 |
Proseguiamo per la
Cengia Martini, da subito il sentiero attrezzato si fa un po’ più
difficoltoso, o meglio sarebbe oppurtuno assicurarci con un imbragatura,
comunque proseguiamo senza, il sentiero è molto bello come tutto il
paesaggio attorno. |
15:10 |
Arriviamo ora in
prossimità di baraccamenti della Grande Guerra ma ci fermiamo un attimo,
alcuni passaggi non assicurati ci sembrano un po’ pericolosi,
consideriamo il fatto che la roccia è umida così decidiamo di tornare
indietro, anche perché ormai è tardi e non avevamo preveduto questa
variazione. |
15:25 |
Siamo ora tornati
all’inizio della cengia e proseguiamo a valle per il comodo sentiero. |
15:40 |
Ancora qualche rudere
lungo la via. |
16:15 |
Arriviamo quindi al
punto di partenza. |